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Lo spettro di Fukushima sulle Olimpiadi 2020

Nell'area del J-Village, stadio di Fukushima da cui partirà la staffetta della torcia olimpica, si sono registrati livelli di radioattività più di mille volte superiori a quelli indicati dai dati ufficiali del governo giapponese. Greenpeace: "È logico pensare che la decontaminazione non sia stata condotta in modo sufficiente".

Fukushima
Credits: Pixabay

Un report di Greenpeace mette in luce le mancanze del governo giapponese sulla decontaminazione di Fukushima.

 

(Rinnovabili.it) – Greenpeace sta portando all’attenzione dell’opinione pubblica le prossime Olimpiadi, che si terranno nel 2020 in Giappone. Nello specifico, durante una campagna di misurazione, un team di consulenti per la radioprotezione dell’unità giapponese dell’associazione ambientalista ha documentato dei picchi di radioattività nell’area del J-Village, il complesso sportivo da cui partirà la staffetta della torcia olimpica, storico evento di inaugurazione dei giochi olimpici.

 

Il J-Village è uno stadio di calcio nei pressi di Fukushima e, secondo il report stilato dai consulenti di Greenpeace, i livelli di radiazione misurati sulla superficie del terreno hanno mostrato in alcuni punti un picco di 71 µSv/h (microsievert/ora), registrando una radioattività 1.775 volte superiore ai 0,04 µSv/h rilevabili prima dell’incidente nucleare avvenuto nel 2011.

 

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A fronte di questi dati, a metà novembre l’associazione ha inviato una lettera al ministro dell’Ambiente giapponese Koizumi per richiedere misure immediate di decontaminazione e assicurare la sicurezza nell’area dello stadio di Fukushima. Il governo giapponese, tuttavia, non ha ancora inviato una risposta a Greenpeace. La lettera è stata contestualmente inviata anche al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, così come ai Presidenti del Comitato Paralimpico Internazionale, dei Comitati Olimpici e Paralimpici giapponesi e al Governatore della Prefettura di Fukushima, che è anche Presidente del J-Village.  

 

Nel frattempo, la testata giornalistica Sankei Shimbun ha pubblicato alcuni dettagli della lettera inviata al governo e dall’articolo si apprende che TEPCO (Tokyo Electric Power Company, la più grande compagnia elettrica del Giappone, nonché gestore dell’impianto di Fukushima) ha recentemente rimosso il terreno nel luogo in cui è stato rilevato il maggiore picco di radioattività che, a detta di Greenpeace, evidenzia sia l’entità della contaminazione causata dal disastro di Fukushima, sia il fallimento degli sforzi di decontaminazione da parte del governo, che ufficialmente ha comunicato una soglia di decontaminazione di 0,23 µSv/h, molto lontana dai 71 µSv/h registrati.

 

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“Punti con livelli così elevati di radioattività possono essere riscontrati nell’area chiusa intorno a Fukushima, la cosiddetta Area 3, ma non dovrebbero essere presenti in aree aperte al pubblico. E invece sono stati rilevati in un luogo che è stato al centro di un vasto programma di decontaminazione, nonché punto di partenza per la staffetta della torcia olimpica per i Giochi di Tokyo 2020″, ha dichiarato Kazue Suzuki, della campagna Energia di Greenpeace Giappone

 

“Esiste il rischio che forti piogge diffondano questi livelli più elevati di contaminazione sulle strade pubbliche e possano così ricontaminare le aree già decontaminate”, ha sottolineato Shaun Burnie, Senior nuclear specialist di Greenpeace Germania e leader del team di radioprotezione. Inoltre, Burnie ha aggiunto che “è improbabile che i picchi di radioattività di livelli così elevati siano riemersi dalla ricontaminazione successiva alle attività di decontaminazione. È più logico pensare che la decontaminazione non sia stata condotta in modo sufficiente e approfondito”.