Pubblicata una valutazione sui risultati preliminari della COP15 di Kunming. 50 scienziati da 23 paesi chiedono cambiamenti davvero “trasformativi”, altrimenti ogni azione rischia di essere inutile. Tra le proposte, limitare il consumo eccessivo di risorse (carne inclusa) e cancellare 500 mld l’anno di sussidi dannosi all’agricoltura e alla pesca
Ad aprile l’ultimo round negoziale per l’accordo globale sulla biodiversità di Kunming
(Rinnovabili.it) – Per fermare la distruzione della natura non basta moltiplicare parchi e aree protette. Servono ben altri tipi di azioni. Azioni urgenti per invertire il drammatico declino della diversità biologica in corso, una delle minacce che l’Onu definisce “esistenziali” per l’umanità insieme alla crisi climatica. È il giudizio netto che più di 50 scienziati danno della bozza di accordo globale sulla biodiversità, al centro dei negoziati alla COP15 di Kunming.
Gli errori della COP15 di Kunming
Finora, il vertice organizzato dalla Cina ha deluso le aspettative. Il primo round di negoziati, l’anno scorso, ha prodotto un documento che fa perno soltanto sulla promessa di proteggere entro il 2030 il 30% delle terre e dei mari del Pianeta. Un buon inizio, scrivono i 50 scienziati nella loro valutazione. Ma non è abbastanza per fermare la sesta estinzione di massa in corso.
In vista del secondo round negoziale, che si dovrebbe tenere ad aprile, servono cambiamenti “trasformativi”, ovvero molto più radicali rispetto a quelli considerati finora. Soprattutto perché la COP15 sta pericolosamente riproponendo soluzioni deboli e senza nessun controllo, gli stessi errori che portarono al fallimento di tutti i target 2020 di Aichi, che devono essere rinnovati quest’anno a Kunming.
Come correggere la rotta sull’accordo globale sulla biodiversità
L’accordo globale sulla biodiversità deve affrontare insieme tutti i driver che alimentano l’estinzione di massa, non solo alcuni. Il rapporto suggerisce dei punti concreti. Si va dalla riduzione massiccia dei sussidi dannosi all’agricoltura e alla pesca (di almeno 500 miliardi di dollari l’anno) al contenimento del riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5 gradi, dall’affrontare il consumo eccessivo di risorse, incluso anche quello di carne, allo stop alla dispersione di plastica nell’ambiente. E ancora: riduzione dell’uso di pesticidi del 60%, dei fertilizzanti del 50%, limitare del 50% la velocità di diffusione delle specie aliene sul Pianeta.
“Per ogni euro che spendiamo globalmente per aiutare la biodiversità, ne spendiamo almeno cinque in cose che la distruggono”, sottolinea Aleksandar Rankovic, ricercatore dell’Istituto di studi politici di Parigi e co-autore del rapporto.
Leggi qui il rapporto sull’accordo globale sulla biodiversità.