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In Svezia prende piede la “flygskam”, la vergogna di prendere l’aereo

Il gestore degli aeroporti svedesi segnala il calo dei passeggeri, mentre le ferrovie registrano un record di viaggiatori: sulla scia di Greta Thunberg, sempre più svedesi rinunciano all'aereo per motivi ambientali.

vergogna aereo svezia flygskamTermini come “flygskam” (letteralmente “vergogna per l’aereo”), “tagskryt”  (“vantarsi di andare in treno”) e “smygflyga” (“volare in segreto”) diventano sempre più popolari

 

(Rinnovabili.it) – Sempre meno passeggeri sui voli aerei, sempre di più nei treni: in Svezia sta prendendo sempre più piede la “flygskam” (letteralmente “vergogna per l’aereo”) che sta portando migliaia di persone a scegliere sistemi di spostamento meno inquinanti a scapito delle compagnie aeree.

 

A rendere noto il fenomeno è stata Swedavia AB, la compagnia di servizi che gestisce 10 dei principali scali aeroportuali svedesi, tra cui quelli di Stoccolma e Göteborg: secondo i dati resi noti dall’operatore, il numero di viaggiatori che hanno scelto l’aereo è in costante diminuzione negli ultimi 7 mesi, mentre lo scorso anno è risultato quello con la crescita del numero di passeggeri più scarsa da un decennio. D’altra parte, SJ, il gestore delle ferrovie statali svedesi, ha registrato lo scorso anno 32 milioni di passeggeri sui propri treni, un record che lo stesso operatore collega al crescente interesse per spostamenti sostenibili.

Un trend che coincide con l’emergere della protesta giovanile nata proprio in Svezia, con la giovane Greta Thunberg che fin da settembre ha sottolineato l’importanza di spostarsi in treno piuttosto che in aereo per combattere il cambiamento climatico.

 

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Il fenomeno risulta talmente esteso da preoccupare la maggiore compagnia aerea svedese, la Scandinavia Airlines (SAS). Sotto pressione per il calo dei passeggeri, SAS sta attuando una serie di misure per rendere più sostenibili i propri voli: dalla sostituzione dei vecchi e inquinanti McDonnell Douglas MD-80 con i più moderni Airbus A320, dalla sostituzione dei sedili con postazioni più leggere (per ridurre peso e consumi dei velivoli) all’ottimizzazione della quantità di pasti da imbarcare sulla stima dei preordini fatti dai passeggeri al momento dell’acquisto del biglietto.

 

SAS guarda al biocarburante come possibile soluzione: proprio per aumentare le disponibilità di biocarburante, di cui attualmente non esistono stock sufficienti da garantire le richieste del settore aeronautico civile, la compagnia aerea ha avviato una collaborazione con la bioraffineria Preem che dovrebbe consentire il taglio delle emissioni rispetto ai livelli registrati nel 2005 del 25% entro il 2030.

 

Anche Swedavia AB ha avviato campagne di comunicazione per rassicurare i passeggeri dell’impegno del settore aeronautico a ridurre le emissioni, come, ad esempio, il programma che dovrebbe portare entro fine 2020 la stessa società ad azzerare le emissioni di CO2 da carburanti fossili all’interno degli scali aeroportuali gestiti.

 

Intanto, termini come “tagskryt” (traducibile con “vantarsi di andare in treno”) e “smygflyga” (“volare in segreto”) diventano di dominio pubblico: un sondaggio del WWF sostiene che il 23% degli svedesi ha rinunciato all’aereo proprio per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, mentre il 18% ha scelto come alternativa il treno per le stesse ragioni.

 

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