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Sciopero del clima: scienziati danno ragione agli studenti

Firmata da 3.000 scienziati una lettera aperta in cui si sostiene lo sciopero del clima in Belgio, intrapreso da giovani attivisti ormai 4 settimane fa: “Come scienziati, e sulla base di fatti scientifici, gli attivisti del clima hanno ragione”

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Il movimento iniziato in Belgio con lo sciopero del clima sta assumendo una dimensione globale

 

(Rinnovabili.it) – Un gruppo di oltre 3.000 scienziati ha firmato una lettera aperta a sostegno dei giovani attivisti che ormai da settimane hanno iniziato un vero e proprio sciopero del clima in Belgio. Per i firmatari, gli attivisti del clima hanno ragione, e lo dichiarano come scienziati, e sulla base di fatti scientifici. “L’idea che i cambiamenti climatici modifichino fondamentalmente le condizioni di vita sul pianeta non è catastrofica, ma si basa su fatti concreti – scrivono gli scienziati, riferendosi all’ultimo rapporto IPCC – e anche se i singoli individui possono adottare misure proprie, mangiando meno carne o riducendo i viaggi aerei, ad esempio, è necessaria un’azione più decisiva a livello collettivo”. Prendendo atto che le emissioni di CO2 sono ancora in aumento in tutto il mondo, per i firmatari della lettera è giunto il momento di adottare misure strutturali di ampia portata per ridurre rapidamente e drasticamente le emissioni di gas serra e quindi limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi e preferibilmente a 1,5 gradi.

 

È la quarta settimana di seguito che gli studenti hanno saltato la scuola per partecipare allo sciopero del clima in Belgio e sono determinati a non fermarsi qui. “Continueremo finché non saremo sicuri di essere stati ascoltati”, ha dichiarato Adélaïde Charlier, tra i coordinatori di Youth4Climate, l’organizzazione che sta dietro la marcia. Le proteste sono iniziate in tutto il Belgio lo scorso 2 dicembre con la marcia “Claim the Climate”, quando oltre 65.000 dimostranti hanno chiesto ai leader belgi ed europei di adottare politiche climatiche ambiziose in linea con gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi nel 2015. La scorsa settimana a Bruxelles c’erano circa 35.000 persone in marcia.

 

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L’Unione Europea prende atto. “Le marce sul clima che si sono svolte negli ultimi mesi – ha dichiarato il commissario europeo per l’azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete – hanno evidenziato che la lotta contro il cambiamento climatico e l’adozione da parte dell’UE di misure per affrontare questa sfida globale sono preoccupazioni fondamentali per la stragrande maggioranza dei cittadini”. Secondo Cañete, il cambiamento climatico potrebbe diventare un tema chiave nelle prossime elezioni europee, in programma per il prossimo 26 maggio.

 

Il movimento iniziato in Belgio sta assumendo una dimensione globale. Gli scioperi scolastici si sono diffusi in almeno 270 città in paesi di tutto il mondo, tra cui Australia, Regno Unito, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Canada e Giappone. Per il prossimo venerdì 15 febbraio in Gran Bretagna è stato indetto uno sciopero studentesco per chiedere al governo britannico un’azione più decisa contro il cambiamento climatico. Il prossimo 15 marzo, invece, sarà la volta di uno sciopero globale.