Uno studio di 45 anni fa prova che la lobby del petrolio conosceva i danni ambientali che avrebbe provocato. Ma ha occultato le prove
(Rinnovabili.it) – L’industria del petrolio ai suoi più alti livelli sapeva almeno dal 1968 che il suo operato avrebbe provocato gravi cambiamenti ambientali in tutto il mondo. Lo afferma il Center for International and Environmental Law (CIEL), che ha ritrovato e pubblicato un documento di quegli anni. L’American Petroleum Institute (API), potentissima associazione del settore in USA, 45 anni fa commissionò una ricerca allo Stanford Research Institute. Il lavoro degli scienziati mise in guardia il settore sul rilascio di biossido di carbonio derivante dalla combustione di fonti fossili, scrivendo nero su bianco che ciò avrebbe portato una serie di conseguenze dannose per il pianeta.
Dunque, sebbene da oltre 4 decenni i petrolieri abbiano ben chiare le ricadute del loro operato, pubblicamente hanno negato la correlazione tra cambiamenti climatici e industria fossile. Ma il rapporto dello Stanford Institute, commissionato dalla stessa API, parla chiaro:
«Variazioni di temperatura significative quasi certamente si verificheranno entro il 2000, e potrebbero accelerare il cambiamento climatico. […]Se la temperatura della Terra aumenta in modo significativo, è prevedibile che si verifichino una serie di eventi, tra cui lo scioglimento della calotta antartica, un aumento dei livelli del mare, il riscaldamento degli oceani e un aumento della fotosintesi».
Non male, per essere il 1968. Forse, se fosse diventato di dominio pubblico, questo lavoro avrebbe potuto permetterci di aggredire per tempo il fenomeno del climate change, magari evitandone gli effetti più catastrofici. Forse i leader globali non avrebbero atteso il 1992 per incontrarsi a parlare di clima per la prima volta. Forse alla COP 21 si sarebbe discusso di altri numeri e scenari, invece di produrre un protocollo non vincolante e di corte vedute.
Il CIEL sostiene anche che centinaia di documenti rivelano decine incontri tra i dirigenti del settore Oil&Gas nel 1946 per concordare finanziamenti per la ricerca sui problemi di inquinamento atmosferico. Ma una volta compreso il potenziale devastante dei loro affari per la vita di miliardi di persone, avrebbero deciso di insabbiare i risultati per proteggere i profitti.