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Il muro di Trump danneggia gli animali in nome dell’antiterrorismo

I lavori di costruzione potrebbero iniziare nel Santa Ana Wildlife Refuge. Una legge antiterrorismo del 2005 permetterebbe di evitare la valutazione d’impatto ambientale

muro di trump

 

I piani del muro di Trump mettono a rischio la sopravvivenza degli ocelot 

(Rinnovabili.it) – Per almeno sei mesi, contraenti privati ​​e polizia di frontiera si sono preparati in silenzio alla costruzione del primo pezzo del “muro di Trump” nel Texas meridionale. Perché tanta riservatezza? Perchè il segmento in questione attraverserebbe il Santa Ana Wildlife Refuge, un vero e proprio gioiello nazionale nel sistema di protezione della fauna selvatica. Definito il paradiso degli uccelli, con ben 397 specie documentate all’interno dei suoi confini, nei 2000 acri di riserva ospita oggi anche ocelot (animali a rischio) e puma. Ma in barba al prezioso patrimonio naturale presente, già da gennaio 2018, potrebbero iniziare qui i lavori di realizzazione della prima parte della parete di frontiera USA-Messico.

 

La denuncia arriva dal Texas Observer che ha avuto modo di contattare un funzionario federale coinvolto nella pianificazione. Secondo quanto rivelato dall’uomo, la Customs and Border Protection (CBP) intende costruire un muro alto 5 metri e mezzo che si estenda per quasi 5 chilometri attraverso il rifugio.  La struttura sarebbe costituita da una base in calcestruzzo, sormontata da una recinzione fatta di paletti d’acciaio. “Tutto ciò dovrebbe essere di informazione pubblica”, ha commentato il funzionario chiedendo di rimanere anonimo . “I funzionari governativi non possono riunirsi in segreto, in modo da non dover affrontare i problemi. Il pubblico ha il diritto di conoscere questi piani”.

 

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La scelta di “tagliare” la riserva federale appare l’escamotage più rapido per portare avanti il progetto in Texas dal momento che, nello stato, la quasi totalità dei terreni è di proprietà privata.

La prima domanda che sorge è: quali saranno gli effetti per gli animali? Difficile dirlo dal momento che il progetto sarebbe riuscito a scavalcare l’obbligo di valutazione ambientale sfruttando le esenzioni fornite dal Real-ID Act. Si tratta di un provvedimento, emanato nel 2005, riguardante la sicurezza nazionale, l’immigrazione e l’anti-terrorismo. Il Real-ID Act prevede fra le molte cose, di poter aggirare le normative che interferiscono con la costruzione di barriere fisiche ai confini del Paese. Nello specifico, consente al segretario per la Sicurezza Nazionale di esonerare il CBP dal rispetto della legge sulle specie in pericolo, normativa ambientale che, altrimenti, renderebbe impossibile la costruzione del muro di Trump all’interno del rifugio a causa della presenza degli ocelot.