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Emissioni: buoni i progressi dal ’97, ma ancora tanto da fare

Le due relazioni pubblicate dall’Agenzia Europea dell’Ambiente rilevano notevoli miglioramenti nella riduzione delle emissioni, ma gli Stati membri devono adempiere ai propri piani

(Rinnovabili.it) – Non si farà trovare impreparata l’Unione europea alla fine del primo periodo di impegni (tra poco più di due mesi) stabilito nell’ambito del Protocollo di Kyoto. La maggior parte degli Stati membri sarebbe sulla buona strada nel percorso verso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e il calo registrato nel 2011 lascia ben sperare sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Secondo le stime pubblicate dall’Agenzia Europea dell’Ambiente in due relazioni (“Approximated EU green house gas inventory: early estimates for 2011” e “Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012”), infatti, a una crescita dell’economia europea dell’1,5% sarebbe corrisposto un calo del 2,5% delle emissioni di gas a effetto serra.

 

Nonostante però ci siano stati alcuni virtuosismi, che, in termini assoluti vedono in testa il Regno Unito (con taglio delle emissioni di 36 milioni di tonnellate di CO2 equivalente), seguito da Francia (24 Mt CO2eq) e Germania (17 Mt CO2eq), su una sponda diametralmente opposta, invece, sono stati 9 i Paesi ad aver registrato cattive performance, tra i quali la Bulgaria, Lituania e la Romania. Di sicuro il fattore climatico avrà avuto il suo peso, con inverni che nell’anno di riferimento (il 2011) sono stati decisamente più caldi, ma sta di fatto che le attuali politiche e misure messe in atto dai Governi europei lasciano sperare che nel 2020 l’Europa riesca a conseguire una riduzione del 19% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. I dati rilevati dall’Agenzia saranno ulteriormente rielaborati entro la metà del 2013, per redarre l’inventario dei gas a effetto serra dell’Ue, il documento che consentirà di effettuare un’analisi più dettagliata sulle tendenze “emissive” di tutto il continente.