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Attivisti ed ecologi a caccia di microplastiche nel Mediterraneo

L’attività di ricerca a bordo della Rainbow Warrior di Greenpeace impegnata nel tour “Meno plastica, più Mediterraneo” per sensibilizzare e produrre dati scientifici sul problema dell’inquinamento da macro & microplastiche

microplastiche nel Mediterraneo
Credit Foto: Lorenzo Moscia – Greenpeace

 

(Rinnovabili.it) – Terminerà tra pochi giorni l’attività dei ricercatori dell’Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche a bordo della nave ammiraglia di Greenpeace, ora in navigazione lungo le coste Croate del Mediterraneo.

Sono stati giorni impegnativi durante i quali, tra i ricercatori (ecologi) e gli attivisti di Greenpeace (ecologisti), è nata una sinergia e sintonia perfetta, catalizzata dalla grande professionalità del comandante e dell’equipaggio della nave, per concretizzare gli obiettivi scientifici della campagna.

 

Il Mar Mediterraneo sembra essere una delle aree europee maggiormente impattate dai detriti di plastica anche se non abbiamo ancora una reale e completa mappatura della quantità e diffusione di questo inquinante emergente, specialmente per quanto riguarda le microplastiche, la forma meno visibile ma probabilmente, proprio per questo motivo, più pericolosa.

Ancora meno diffusi sono i dati sulla presenza di questi frammenti nella parte biotica dell’ecosistema, ovvero nei micro e macro organismi lungo i diversi livelli della catena trofica marina.

Per questi motivi, insieme a Greenpeace Italia, sono stati individuati i quattro principali obiettivi di questa ricerca congiunta che ha previsto, durante la circumnavigazione della nostra penisola da Genova ad Ancona, una serie eterogenea di campionamenti in oltre 15 siti di riferimento selezionati in prossimità di Aree Marine Protette e zone ad elevato impatto antropico costiero.

 

Il primo obiettivo è quello di migliorare la conoscenza della densità dei frammenti di plastica presenti lungo la costa italiana studiandone non solo la concentrazione in superficie ma anche la presenza lungo la colonna di acqua in profondità. Il secondo, probabilmente quello maggiormente importante, è quello di riuscire a misurare il bio-accumulo delle microplastiche lungo la catena trofica indagandone la presenza in diversi organismi marini (zooplancton, invertebrati marini e pesci). Un terzo obiettivo della ricerca sarà quello di caratterizzare chimicamente la tipologia dei polimeri che costituiscono i diversi frammenti di microplastiche che avvelenano il nostro mare. Infine sarà nostra intenzione, approfittando dei lunghi mesi di attività in laboratorio per le analisi dei campioni raccolti durante la campagna di ricerca, sperimentare nuovi protocolli e metodiche per isolare e rilevare le microplastiche negli organismi marini.

 

 

Per ottenere i campioni di acqua e organismi necessari alla realizzazione del piano di monitoraggio sono stati utilizzati in parallelo, per ogni stazione di campionamento, due diversi retini da plancton con maglie di dimensioni in grado di trattenere particelle di dimensioni di poche decine di micron. Inoltre, grazie ad una importate interazione con i pescatori, sono stati recuperati, in ogni area di campionamento, diverse specie di organismi marini e pesci di interesse commerciale.

Quelli che i nostri gruppi dovranno affrontare a breve saranno mesi intensi per analizzare i campioni di acqua, plancton e pesci al microscopio, per individuare, separare e misurare i frammenti plastici, caratterizzandone chimicamente la natura polimerica mediante diverse tecniche analitiche. La scienza richiede tempo per ottenere dei dati credibili e una fotografia realistica e seria della situazione delle nostre coste nei confronti di questo subdolo materiale inquinante.

 

Mediterraneo
Credit Foto: Lorenzo Moscia – Greenpeace

 

Una parte dei campioni è già stata prelevata durante la sosta della nave al porto dorico di Ancona dove si è tenuta la conferenza stampa di chiusura del tour italiano della Rainbow Warrior. Durante la festa serale si sono esibiti dei musicisti molto particolari che da oltre dieci anni costruiscono strumenti musicali utilizzando materiali di recupero soprattutto di plastica. I “Riciclato Circo Musicale hanno un repertorio di suoni incredibili, prodotti usando rifiuti e materiali di scarto ed elettrodomestici vari, in grado di generare un nuovo stile di musica fatto di composizioni e brani originali che mescolano timbri inaspettati allo stile world/pop realizzando un vero e proprio spettacolo di suoni inusuali ed emozioni che termina con il coinvolgimento del pubblico al quale vengono distribuiti centinaia di strumenti formando una vera e propria orchestra globale.

 

>>Leggi anche: I guerrieri dell’arcobaleno a caccia di microplastiche nel Mediterraneo<<

 

Nel testo di un loro nuovo pezzo si cela un vero e proprio slogan – Non buttate via mai niente, anzi…SUONATELO! – particolarmente adatto per questa campagna di sensibilizzazione e ricerca sulle macro e microplastiche nel Mediterraneo (vedi il video girato a bordo della nave).

 

di Marco Faimali – Istituto di Scienze Marine – CNR

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.