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Carbone al tramonto: chiusa l’ultima centrale in Belgio

Si tratta del settimo Stato membro ad abbandonare la produzione elettrica dal carbone. Ma alla lista mancano i grandi inquinatori, come la Germania

Carbone al tramonto chiusa l’ultima centrale in Belgio

 

(Rinnovabili.it) – Nel 1994 il carbone rappresentava ancora il 27% della produzione elettrica del Belgio, ma qualche giorno fa il Paese ha spento il suo ultimo impianto termoelettrico. Langerlo, questo il nome della centrale di E.ON da 556 MW vicino a Genk, ha chiuso i battenti il 30 marzo. Il Belgio diventa così il settimo Stato membro dell’Ue a smettere di produrre energia dal carbone, seguendo l’esempio di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Malta. Recentemente anche la Scozia, parte Regno Unito, ha dato il benservito ad uno dei combustibili fossili più sporchi del mondo con la chiusura di Longannet dopo 46 anni di attività.

La serrata dell’impianto belga di Langerlo consentirà al Paese di tagliare 2 milioni di tonnellate di emissioni climalteranti l’anno, cioè l’1% del totale. Le stime sono di una ONG ambientalista, CAN Europe. La centrale verrà riconvertita in un impianto a biomasse, ma servono 250 milioni di euro. Intanto, sindacati e autorità stanno discutendo le sorti dei 120 dipendenti.

Altri Stati del blocco dei 28 hanno progetti di dismissione della produzione termoelettrica: il Portogallo si è dato tempo fino al 2020, Uk e Austria hanno la deadline nel 2025, la Finlandia pensa di farla finita entro i prossimi 10 anni.

 

Carbone al tramonto chiusa l’ultima centrale in Belgio 2Secondo le stime dell’UCL Institute for Sustainable Resources, l’80 per cento delle riserve di carbone e un terzo delle riserve di petrolio dovrebbero rimanere sottoterra fino al 2050, se il mondo ha intenzione di cogliere quel 50% di possibilità rimaste per tentare di limitare l’aumento della temperatura media globale a 2 gradi. Le restanti riserve di combustibili fossili, infatti, possono rilasciare tre volte più anidride carbonica di quanto consentito dal target (ormai ritenuto obsoleto da più parti) concordato a livello internazionale.

Se alcuni Paesi Ue stanno facendo passi avanti, è pur vero che si tratta di territori responsabili di una minima quota delle emissioni comunitarie. Il problema vero, nel nostro continente, è rappresentato dai grandi inquinatori. Con i prezzi del petrolio e del carbonio ai minimi termini, infatti, il carbone mantiene una quota significativa del mix energetico in Germania (prima economia dell’Unione), dove fornisce oltre il 40% dell’energia elettrica. Senza contare la Polonia, che genera l’85% della sua elettricità da questa fonte.